testo e regia di Mirko Di Martino
con Orazio Cerino, Errico Liguori
scene di Giorgia Lauro
aiuto regia Angela Rosa D’Auria
maestro d’arme Nicola De Matteo
allenamenti presso Circolo Nautico di Posillipo
con i maestri d’arme Aldo Cuomo e Lorenzo Buonfiglio
ufficio stampa Chiara Di Martino
produzione Teatro TRAM e Teatro dell’Osso – 2020
Due fratelli, due campioni di scherma, tornano a casa al momento della morte imminente del padre. Si ritrovano nella stessa palestra dove tutto era cominciato, quando da bambini il loro papà allenatore li sottoponeva ad allenamenti durissimi per farli diventare dei vincenti. Aldo e Edo sono cresciuti insieme e insieme hanno vinto tutto, fino al momento in cui è accaduto qualcosa che li ha separati, dodici anni prima: durante la finale del campionato italiano, che li vedeva opposti, Edo ha abbandonato all’improvviso il match lasciando Aldo in pedana. Non solo: da quel momento Edoardo è andato via di casa e ha smesso di rivolgere la parola al padre. Negli anni seguenti, Aldo ha continuato a praticare la scherma ad alti livelli, ma non è mai riuscito a vincere un oro alle Olimpiadi o ai Mondiali. Edo, che sembrava destinato a diventare un fuoriclasse, si è invece ritirato dall’attività agonistica, ma ha continuato a praticare la scherma come insegnante. Oggi i due fratelli si ritrovano per la prima volta insieme, da soli, con una palestra a disposizione e le spade in mano. E’ il momento di regolare i conti in sospeso, è l’occasione per concludere finalmente quella finale e decretare il vincitore. E’ soprattutto il momento della verità: cosa è successo, davvero, in quella notte di dodici anni prima?
Note di regia
La scherma è una disciplina antica che affonda le origini nei duelli all’arma bianca, in una lunghissima tradizione di sfide e di spade, di codici e di regole. Oggi, pur essendo diventata uno sport, la scherma conserva intatto il suo fascino, quel misto di eleganza e barbarie, di astrazione e materia. Ogni cosa, nella scherma, rimanda alla violenza: le bianche divise degli atleti fanno contrasto con il rosso del sangue, le maschere metalliche richiamano le armature dei cavalieri, le spade con la punta rotonda si piegano al contatto con la carne. La scherma è molto più che uno sport: quando sei in pedana, tu solo con il tuo avversario, non puoi nasconderti, non puoi fingere, non puoi scappare. Ma il tuo nemico non è davanti a te: è dentro di te. Il tuo nemico è la paura che ti porti nel cuore, è la tua insicurezza, è la tua debolezza. “Primo sangue” parla di questo: di ciò che facciamo delle nostre vite, di ciò che siamo o crediamo di essere, delle sfide che affrontiamo ogni giorno alla continua ricerca di un risultato. Puoi cercare di scappare, nella vita, ma prima o poi arriverà il momento in cui dovrai fermarti e affrontare il tuo nemico. Dentro te stesso.